Gestione del rischio clinico da cadute anziani

Gestione del rischio clinico da cadute anziani

Gestione del rischio clinico da cadute anziani a casa

Le cadute rappresentano il più comune evento avverso potenzialmente evitabile negli ospedali, nelle strutture residenziali ed al domicilio e quasi sempre colpiscono persone fragili, molte delle quali affette da demenza o che si trovano in un alterato stato mentale.

Il rischio di caduta

Le persone che cadono la prima volta presentano un rischio elevato di cadere nuovamente durante lo stesso anno.

La maggior parte delle cadute avvengono nella stanza, in particolare nel salire e nello scendere dal letto, nel percorso dalla camera al bagno ed in bagno, mentre si effettua l’igiene personale. Le cadute possono determinare nei pazienti paura di cadere di nuovo, perdita di sicurezza, ansia, depressione, fattori che possono condurre a diminuzione dell’autonomia, aumento della disabilità ed, in generale, una riduzione anche molto significativa della qualità della vita.

Le conseguenze infatti, sono spesso gravi e vanno dal trauma cranico o della colonna vertebrale a una frattura degli arti o dell’anca. I conseguenti deficit fisici portano a difficoltà funzionali nello svolgimento delle attività di vita quotidiana e nell’uso di ausili per la deambulazione. Inoltre non bisogna sottovalutare le conseguenze psicologiche. Infatti la paura di cadere in particolare, può essere fonte di autolimitazione nelle attività svolte, anche in quelle di base e d’isolamento sociale. Questi aspetti a loro volta, comportano un indebolimento psico-fisico, il quale aumenta il rischio di cadute.

Fattori relativi allo stato sociale, all’ambiente ed alle attrezzature

L’isolamento sociale e le difficoltà finanziarie influiscono notevolmente sul rischio di caduta.

Vari studi dimostrano che sono ad alto rischio di caduta in piano i soggetti soli, divorziati, vedovi e/o coloro che hanno un basso reddito e situazione socio-economica svantaggiata. Considerata la ricorrenza della dinamica e dei luoghi in cui avviene la maggior parte delle cadute, i principali fattori di rischio in questo ambito sono i seguenti:

  • dimensionamento inadeguato della stanza e del bagno;
  • pavimenti e scale scivolosi a causa del consumo e/o dell’assenza di soluzioni antiscivolo
  • percorsi “ad ostacoli” per raggiungere il bagno;
  • illuminazione carente in alcune aree;
  • letti non regolabili in altezza;
  • bagni senza supporti per sollevarsi dal WC o per fare la doccia.

Valutazione dei rischi ambientali

È sempre auspicabile una valutazione attenta dei rischi domestici di caduta.

La valutazione dei rischi domestici effettuata da personale specializzato, come effettuato dai nostri operatori, è uno strumento efficace nella prevenzione delle cadute in quanto permette di intervenire direttamente sui fattori estrinseci che sono cause di caduta.

Valutare il rischio di cadute è un primo passo, che deve accompagnarsi ai consigli per rendere più sicuro lo svolgimento delle attività di vita quotidiana. Inoltre deve sensibilizzare il paziente e la sua famiglia sulla gravità delle conseguenze di una caduta e portare la persona a cambiare abitudini e stile di vita, onde poter vivere più sicuro sia all’interno che all’esterno del proprio domicilio.

Interventi preventivi

La prevenzione è la prima azione da mettere in atto per ridurre il rischio di cadute.

Tra i fattori relativi all’ambiente e alle attrezzature, bisogna porre particolare attenzione ai fattori di precauzione e a quelli comportamentali che concorrono insieme al corretto uso dei locali e degli spazi e al rispetto della loro destinazione d’uso.

A titolo esemplificativo, va posta particolare attenzione ai seguenti fattori di precauzione:

  • I pavimenti non devono essere umidi, scivolosi o sconnessi;
  • I tappeti devono essere utilizzati solo se antiscivolo o fissati al pavimento, nella doccia, nella vasca da bagno;
  • Rimuovere eventuali ostacoli bassi che possono costituire pericolo di inciampo;
  • Gli oggetti potenzialmente taglienti devono essere custoditi in cassettiere,
  • Le sedie devono essere di altezza adeguata e prevedere i braccioli;
  • Le carrozzine devono potersi spostare negli ambienti agevolmente;
  • Deve essere garantita un’adeguata illuminazione soprattutto durante la notte vicino al letto e al bagno;
  • Assicurare l’ordine negli ambienti, evitando di lasciare ingombri sul pavimento;
  • Istruire i pazienti maschi soggetti alle vertigini ad urinare seduti;
  • Evitare nella deambulazione scarpe o ciabatte scivolose;
  • l’altezza del letto deve essere regolata in modo che il paziente possa poggiare facilmente i piedi sul pavimento; eventuali spondine debbono essere rimuovibili, adattabili in altezza e possibilmente modulari, eventuali ruote e freni devono essere funzionanti e controllati periodicamente;
  • gli ausili per la deambulazione devono essere adeguati e sottoposti a corretta manutenzione (es. carrozzine con braccioli e poggiapiedi estraibili o reclinabili/ripiegabili, buona manovrabilità, ruote con freni agevolmente comandati, larghezza e altezza da terra dello schienale adeguati).
  • identificare i bisogni di sicurezza richiesti dall’utente (es.: porre le sponde al letto al paziente che le richiede, facendo firmare un consenso informato, ecc..).

Una volta identificato il paziente a rischio di caduta, il personale di assistenza deve valutare se lo stesso è in condizione di recepire e aderire ad alcune indicazioni ovvero si debba istruire in merito la famiglia o confidare nella collaborazione di figure di supporto (caregiver – badante).

Mobilizzazione e deambulazione

Un buon livello di attività fisica costituisce il principale fattore di protezione

Un buon livello di attività fisica costituisce il principale fattore di protezione, migliorando, in particolare, la capacità di equilibrio e di coordinamento dei movimenti. Poiché lo scarso esercizio fisico espone a maggior rischio di caduta, i pazienti debbono essere stimolati ad utilizzare al meglio le proprie abilità e potenzialità residue, aiutandoli a superare la paura di cadere, qualora ne abbiano, anche attraverso interventi educativi e favorendo il più possibile la loro autonomia in collaborazione con personale esperto (es. fisioterapisti, terapisti occupazionali).

Il bisogno assistenziale di mobilizzazione e deambulazione richiede un’attenzione particolare da parte del personale sanitario, ai fini della prevenzione della caduta del paziente.

È importante educare il paziente e le eventuali persone che lo assistono riguardo le modalità corrette per una movimentazione ed una deambulazione in sicurezza (es. come eseguire passaggi posturali o spostamenti adeguati dal letto alla sedia, dalla sedia in piedi, senza compromettere l’equilibrio).

Gli ausili utilizzati debbono essere idonei alle necessità della persona e, al fine di evitare un loro uso scorretto, i pazienti ed il personale di assistenza debbono essere addestrati al loro impiego.

L’importanza dei mezzi di contenzione in ambito domiciliare

La contenzione deve essere sempre sostenuta da prescrizione medica o da documentate valutazioni assistenziali da parte del personale infermieristico

La contenzione deve essere applicata limitatamente ai casi strettamente necessari, sostenuta da prescrizione medica o da documentate valutazioni assistenziali da parte del personale infermieristico, dopo aver corretto le cause scatenanti ed adottato ogni possibile strategia assistenziale alternativa ad essa, che comprenda interventi relazionali, interventi sull’ambiente ed il coinvolgimento del paziente stesso, dove possibile, e del suo nucleo familiare, favorendone la presenza continua e la collaborazione.

La contenzione farmacologica (sedazione) è ammissibile solo quando rappresenti un intervento sanitario e sia parte integrante della terapia.

La scelta deve essere limitata al tempo minimo indispensabile, con le adeguate precauzioni durante l’applicazione, coinvolgendo il paziente stesso, laddove possibile, e dandone informazione tempestiva ai familiari/caregiver.

La contenzione fisica è rappresentata dall’uso di mezzi fisici o ambientali che limitano la capacità di movimento volontaria della persona assistita a rischio di caduta per alterato stato di coscienza con relative disfunzioni motorie e/o comportamentali.