
Estate e anziani: guida alla prevenzione dei rischi estivi oltre le solite raccomandazioni
Pubblicato il 12 Giugno 2025.
Durante la stagione estiva, gli anziani sono particolarmente esposti a rischi per la salute che spesso vengono sottovalutati. Le alte temperature, l’umidità e la riduzione della percezione del caldo da parte dell’organismo in età avanzata, rendono necessaria un’attenzione maggiore da parte di chi assiste quotidianamente le persone fragili. Se è noto che bisogna garantire una buona idratazione ed evitare di uscire nelle ore centrali della giornata, ci sono altri aspetti meno discussi ma altrettanto importanti che ogni caregiver dovrebbe conoscere.
Uno di questi riguarda la prevenzione delle punture di zanzara. Oltre al fastidio e al rischio di reazioni locali più marcate nei soggetti anziani, alcune specie di zanzare possono trasmettere virus potenzialmente gravi. È il caso del virus West Nile, che si trasmette attraverso la puntura di zanzare del genere Culex e può evolvere in forme neuro-invasive, come encefaliti o meningiti, con maggiore frequenza proprio negli over 65. Per ridurre il rischio è utile installare zanzariere alle finestre e porte-finestre, preferibilmente trattate con insetticidi specifici. È altrettanto importante eliminare qualsiasi ristagno d’acqua, anche minimo, da sottovasi, grondaie o contenitori dimenticati nei terrazzi e nei giardini. I repellenti cutanei, scelti in base alle linee guida del CDC americano, devono contenere almeno il 20% di DEET o sostanze equivalenti come icaridina o PMD, e andrebbero applicati in particolare nel tardo pomeriggio e alla sera, quando le zanzare sono più attive. Gli indumenti di colore chiaro, larghi e a maniche lunghe completano le misure protettive. In caso di febbre, confusione o malessere improvviso durante i mesi estivi, è sempre raccomandabile segnalare i sintomi al medico per escludere complicanze infettive.
Un altro elemento da non trascurare è la temperatura degli ambienti domestici. Molti anziani non utilizzano sistemi di climatizzazione per scelta personale o per timore di costi elevati. Tuttavia, temperature interne superiori ai 28-30°C possono mettere sotto sforzo il sistema cardiovascolare e aumentare la perdita di liquidi corporei. Idealmente, la temperatura domestica dovrebbe essere mantenuta tra i 24 e i 26°C, con il supporto di termometri ambientali digitali per un monitoraggio costante. I ventilatori sono utili solo se l’umidità relativa non è troppo elevata, altrimenti possono accentuare la disidratazione. Rinfrescare polsi e collo con panni umidi refrigerati è una strategia semplice ma efficace. È buona norma arieggiare le stanze al mattino presto e poi schermare la luce e il calore esterno con tende termiche o tapparelle abbassate.
Il caldo può inoltre ridurre significativamente l’appetito, con il rischio di peggiorare condizioni già precarie come la malnutrizione o la sarcopenia (la perdita di massa muscolare). In questo contesto diventa fondamentale sostenere l’anziano con una nutrizione estiva adeguata, leggera ma completa, che aiuti anche a mantenere livelli ottimali di albumina. L’albumina è una proteina prodotta dal fegato che svolge un ruolo chiave nel mantenere i liquidi all’interno dei vasi sanguigni e nel trasporto di sostanze come ormoni, farmaci e vitamine. Quando i livelli di albumina si abbassano, spesso per un apporto proteico insufficiente o per una disidratazione cronica, si possono osservare gonfiori alle gambe, maggiore debolezza, riduzione della risposta immunitaria e, nei casi più gravi, un aumento del rischio di ricovero.
Per contrastare l’ipoalbuminemia, è utile proporre pasti piccoli ma frequenti, preferendo alimenti ricchi di proteine ad alta digeribilità come pesce, uova, latticini freschi (come yogurt greco o ricotta), legumi decorticati e ben cotti, e carne bianca. In estate, questi possono essere facilmente inseriti in piatti freddi o tiepidi, come insalate di legumi con verdure fresche, pesce al vapore condito con olio e limone, frittate leggere, oppure frullati proteici arricchiti con albume pastorizzato o polveri proteiche, sempre su indicazione del medico o del nutrizionista. Anche frutta e verdura di stagione, come anguria, zucchine, albicocche e melone, aiutano a reintegrare minerali come potassio e magnesio, importanti per la funzionalità muscolare e il bilancio idrico.
Va ricordato inoltre che l’anziano può non percepire correttamente i segnali di disidratazione o di stress termico. Il caregiver rappresenta quindi un punto di osservazione fondamentale per cogliere i sintomi precoci di un malessere. Sonnolenza improvvisa, confusione, debolezza insolita, tachicardia o una minore emissione di urine sono segnali che meritano attenzione. In questi casi è opportuno raffreddare l’ambiente, offrire liquidi e consultare il medico senza indugio.
Il supporto del caregiver, sia familiare che professionale, è essenziale per garantire sicurezza, benessere e qualità della vita agli anziani durante l’estate. Preparare un piccolo “kit estate” con termometro ambientale, panni rinfrescanti, spray anti-zanzare e una lista di pasti proteici semplici può aiutare a gestire le giornate più calde in modo più sereno ed efficace. Controlli quotidiani, telefonate nei momenti critici della giornata e attenzione alla mobilizzazione leggera dentro casa sono strumenti pratici ma spesso determinanti per prevenire complicazioni.
Prendersi cura di un anziano in estate richiede attenzione, esperienza e sensibilità. Ma con i giusti accorgimenti, e il supporto di professionisti aggiornati, è possibile trasformare i mesi estivi in un periodo protetto e più sicuro per chi è fragile.
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