La gestione delle lesioni cutanee nell’ambito dell’assistenza domiciliare integrata
Pubblicato il 30 Maggio 2022.
L’ambito della cura delle lesioni cutanee croniche è uno dei percorsi più impegnativi con un pesante onere economico dovuto sia al trattamento sanitario necessario che al tempo assistenziale richiesto.
- Classificazione delle lesioni cutanee croniche
- Fattori di rischio delle lesioni da pressione
- Prevenzione delle lesioni da pressione
- La procedura di presa in carico e cura domiciliare
Classificazione delle lesioni cutanee croniche
In Italia la prevalenza delle persone che ha sviluppato lesioni da pressione nei reparti ospedalieri è compresa tra l’8% e il 13,2%.
Le lesioni cutanee croniche che possono esser prese in carico dall’Assistenza sanitaria domiciliare, quindi curate al domicilio del paziente, comprendono principalmente:
- Lesioni da pressione (LDP): ulcere o piaghe da decubito
- Lesioni vascolari
- Lesioni del Piede Diabetico.
Per quanto riguarda le lesioni di tipo vascolare e quelle del piede diabetico, esistono dei percorsi di cura ospedalieri ben chiari e definiti, poiché riconosciute come patologie autonome, con dei Centri di cura di riferimento (quali il reparto di Ch, Vascolare, la Diabetologia o i centri Specializzati per la cura del Piede Diabetico).
La gestione delle Lesioni da Pressione (LDP) rimane invece un ambito meno definito. Questa tipologia di lesioni infatti non è riconosciuta come una patologia autonoma, ma è direttamente correlata a pazienti “fragili”, allettati o ipomobili, e quindi costretti a lunghi periodi di tempo in posture obbligate.
Si tratta purtroppo di complicazioni molto frequenti (sia per i pazienti accolti nelle strutture sanitarie che per quelli domiciliati) che provocano dolori, disabilità e in generale profonde alterazioni della qualità della vita, con un notevole impegno gestionale in termini di risorse umane, materiali e tecnologie impiegate.
In Italia la prevalenza delle persone che ha sviluppato lesioni da pressione nei reparti ospedalieri è compresa tra l’8% e il 13,2%. In ambito domiciliare e nei reparti di cure intensive (Rianimazioni, Unità spinali ecc) la percentuale sale al 20%-66%.
Fattori di rischio lesioni da pressione
Nella pratica clinica è fondamentale riuscire a riconoscere i fattori di rischio responsabili della formazione delle lesioni da pressione
I fattori di rischio che concorrono alla comparsa di lesioni da pressione sono molteplici ed è possibile classificarli in: fattori locali, fattori generali e fattori ambientali.
Tra i fattori principalmente coinvolti possiamo ricordare:
Macerazione: fenomeno provocato dalla permanenza di liquidi biologici sulla cute che si verifica a seguito dell’incontinenza urinaria e/o fecale.
Età avanzata: crea modificazioni delle caratteristiche cutanee quali una diminuzione dell’elasticità cutanea e del pannicolo sottocutaneo, diminuzione della massa muscolare e della produzione del sebo.
Ridotta mobilità: causata da cause neurologiche sensoriali e motorie o in seguito ad interventi chirurgici, malattie neoplastiche, sedazione.
Disturbi della nutrizione: malnutrizione, iponutrizione, squilibri del bilancio proteico, disidratazione, obesità, squilibri vitaminici e di Sali minerali.
Stati infettivi: le turbe del sistema immunitario si ripercuote sulla funzionalità cutanea, alterandone le caratteristiche e riducendone la capacità riparativa.
Stress meccanico: come la frizione quando il paziente viene mobilizzato
La prevenzione delle lesioni da pressione
La prevenzione delle lesioni da pressione deve essere considerata una priorità assistenziale di un’organizzazione sanitaria
Il corretto approccio alla prevenzione, rappresenta il momento più importante, ma anche il più critico di tutto percorso di presa in carico della persona.
Nei soggetti con una lesione da pressione, soprattutto nel I stadio, le strategie preventive devono puntare al contenimento sia dell’evoluzione della lesione che dello sviluppo di ulteriori lesioni da pressione.
Nei casi in cui si intercetti correttamente il soggetto a rischio di lesioni da pressione le attività di prevenzione devono essere inserite nel Piano Assistenziale Individualizzato (PAI), il documento di sintesi che, a seguito di una valutazione multidimensionale, raccoglie e descrive il progetto di assistenza e cura per ciascun assistito, con l’obiettivo di garantire il maggior benessere della persona.
Tra gli interventi da declinare nel PAI un posto importante è ricoperto dagli interventi educativi che devono essere pianificati e gestiti con tecniche di documentata efficacia e possibilmente supportati dalla consegna di materiale scritto consultabile anche in assenza degli operatori.
In questo senso si è dimostrato fondamentale ridurre l’immobilità, ovvero mobilizzare periodicamente la persona (ove possibile, ogni due ore almeno), operazione in grado di garantire l’alternanza dei decubiti, agendo sulla riduzione dei punti di appoggio ed evitando le forze di scivolamento e frizione. Possono inoltre essere utili anche piani di riabilitazione personalizzati attivi o passivi, finalizzati al recupero delle residue funzioni di mobilità del soggetto
Tra le risorse da attivare nell’ambito della prevenzione troviamo la fornitura degli ausili (materassi e cuscini antidecubito, ausili per la movimentazione e dispositivi per l’incontinenza).
La procedura di presa in carico e cura domiciliare
L’ attivazione dell’assistenza domiciliare integrata risulta fondamentale per una corretta gestione delle lesioni da pressione al domicilio
L’attivazione del servizio domiciliare, quindi dell’assistenza domiciliare integrata (ADI), viene richiesto dal Medico di Medicina Generale (MMG) per tutti quei pazienti che sono impossibilitati allo spostamento per le ridotte capacità motorie o perché malati cronici con patologie altamente invalidanti. Tale servizio è in convenzione con il servizio sanitario nazionale. A tale richiesta segue un’Unità di valutazione che attiva un piano assistenziale individuale (PAI). Tale piano, specifica il tipo di prestazione di cui ha diritto l’assistito e ne determina i giorni in cui effettuare le prestazioni in base all’intensità di cura richiesta dalla patologia su cui intervenire.
In questo modo si esegue la presa in carico del paziente che inizia un percorso di cura domiciliare in cui i vari attori si alternano per erogare le prestazioni necessarie.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]